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In un mondo di imprenditrici digitali, sii un narvalo unicorno

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Sono una donna di 40 anni a cui piacciono le gif, il rosa, le serie tv e crede negli unicorni proprio come ti dico nella mia presentazione qui.

Non sono una persona minimal, di quelle aesthetic che fanno shooting per i social tutti studiati, sono sempre composte e sanno scegliere senza dovere valutare tutte le variabili possibili.

Lavoro dal divano con le gambe incrociate, mentre guardo una serie tv chattando con le mie amiche per poi vestirmi di tutto punto ed entrare super professionale in una call conoscitiva.

É come se dentro di me ci fossero sempre Mercoledì Addams e la sua amica Enid che cercano di dividersi lo spazio senza riuscirci.


Sono mesi, se non anni, che cerco di trovare una quadra tra tutti questi aspetti senza riuscirci mai davvero: alla base ci può essere una innata e incontrollabile insicurezza, sicuramente l’ambiente social non aiuta chi ha un’indole come la mia oppure è solo che sono nata nell’epoca sbagliata (scherzo).

Vorrei con ogni mia fibra diventare asciutta (di fisico, modi e mentalità) però rimango il tipo di consulente che fa notare alle sue clienti che stanno dicendo un’idiozia con una risata ed usando un peluche di opossum per farlo. 

Per migliorare come professionista ho acquistato consulenze di ogni tipo, spesso mi è stato detto che parlo e scrivo troppo complicato, che voglio dire troppe cose e che alle persone bisogna parlare in modo semplice, basilare…. il famoso asciutto.

Fermo restando che ognuno è assolutamente libero di esprimersi come vuole e che altrettanto tutti sono liberi di ascoltare chi desiderano, questo non è il mio mondo e neanche il mio modo.

Di chi è la colpa?
Di nessuno oppure possiamo decidere che sia della mia professoressa di lettere del liceo che mi ripeteva:
“Anna – Maria, non dire porta se puoi dire uscio”
“Anna – Maria, hai usato la parola – cosa – a sproposito. Versa la multa nel barattolo”
“Anna – Maria, se segui il filo logico che il lettore si aspetta lo annoierai e basta”
“Anna – Maria, intuito e creatività nelle versioni di latino ti salvano dal non aver studiato anche questa volta.”

Da queste frasi ne deduciamo tre cose (si multa, lo so):

  • Ecco perché odio essere chiamata con il mio nome per esteso ed ogni volta che succede mi giro male.
  • Non studiavo mai abbastanza.
  • Il seme del pensare fuori dagli schemi e sfruttare quello che sai già fare per portare a casa il risultato è insito in me e cresce ogni giorno come la pianta di fagioli delle fiabe.


Potrò tentare per tutta la vita d’estirpare queste mie caratteristiche per trasformarsi nella “girlboss” che il mondo si aspetta da me, invece scelgo di non farlo. 

Spoiler: i titoli dei blogpost saranno sempre creativi, i caroselli di instagram articolati, le puntate del podcast continueranno a sembrare flussi di coscienza alla Virginia Woolf e le newsletter rimarranno piene di gif buffe e chiassose.

Consapevolmente accetto che quelli che vengono descritti come difetti, limiti e mancanze in realtà siano il meglio di me e quello che le mie clienti più apprezzano. 

A questo punto dell’articolo, se fossi una di quelle persone che ho cercato di diventare fino ad oggi, ti piazzerei qui sotto degli screenshot di messaggi privati, comunemente ritenuti più veritieri (come se nell’epoca delle Ai non si potessero falsificare), per dimostrarti la mia onestà e la veridicità di quello che dico. 

Non le troverai, se vuoi puoi leggere quello che hanno condiviso le mie clienti qui, ti dovrai fidare che siano vere e lasciate da persone reali.

Ti ripeterò fino a consumarmi di non permettere ad altri di definire chi sei, è un errore che non voglio vederti commettere e lo scrivo per il bene della tua persona che si rifletterà sulla tua attività e sulle decisioni che vorrai prendere.

In un mondo di imprenditrici digitali, sii un narvalo unicorno.

via GIPHY

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