Nell’ultimo anno ho avuto l‘occasione di poter confrontarmi con tantissime aspiranti libere professioniste ed imprenditrici già attive, ognuna con la sua storia costruita su scelte, errori, atti di coraggio e momenti di scoramento.
Con alcune abbiamo iniziato percorsi meravigliosi, mentre altre alla fine della nostra chiacchierata si sono rese conto che aprire la propria attività non era davvero quello che desideravano: questo continuo scambio d’idee ed esperienza mi ha fatto capire che i tipi di approccio al lavoro sono 4 (ed alcune volte anche alla vita).
- Le persone soddisfatte della propria condizione professionale che desiderano comunque migliorarla.
- Le persone soddisfatte della propria condizione professionale che NON desiderano migliorarla ulteriormente.
- Le persone NON soddisfatte della propria condizione professionale e che desiderano migliorarla.
- Le persone NON soddisfatte della propria condizione professionale e che NON sanno di volerla migliorare.
Personalmente, sono risalita dalla posizione 4 alla 1 negli ultimi 6 anni, non è stato un processo veloce per una serie di ostacoli personali/culturali/familiari che non riconoscevo e quindi non sapevo d’avere e di poter superare.
In questo processo evolutivo ho preso coscienza d’essere una tipa di professionista da “gruppo 1”, che mi piace vedere le cose crescere e che quando mi dico “accontentati che va già bene” in realtà sto facendo l’opossum.
Aver preso consapevolezza di questi aspetti mi ha dato la possibilità di prendere parte a delle esperienze fighe (come il corso di podcast che sto seguendo) e raggiungere i primi successi, l’altra faccia della medaglia però è un costante senso di irrequietezza che non riesco a tenere ancora a bada come vorrei.
Nel bene e nel male, imparerò ad accettare d’essere nel gruppo 1.
Ci sono momenti nella vita da libera professionista in cui invidio pazzamente chi si riconosce nell’approccio di tipo 2 forse ci sono meno fuochi d’artificio, meno coup de théâtre ma ho la sensazione che ci sia più tranquillità; sono pronta a tutte le obiezioni del caso.
Nel gruppo NON soddisfatta della propria condizione professionale e che desidera migliorarla ci sono stata per anni e so di essere stata in compagnia di moltissime altre persone. Questa è la fase che per meglio rappresenta il “voler scappare da” piuttosto che “andare verso” accompagnata dalla peggiore consigliera: la fretta.
Quando ci troviamo in questo gruppo, partiamo a bomba con l’idea di formarci, studiare, investire per cresce ed in un attimo facciamo filotto di una serie di scelte che, molto spesso, si rivelano sbagliate: investiamo in corsi, consulenze e percorsi che ci sembrano “LA SOLUZIONE”.
Il rischio implicito che non vediamo? Quando finalmente avremo capito cosa farlo e come farlo, avremo meno risorse e potremmo non essere così lucide da riconoscere la vera occasione.
Siamo le uniche su quattro gruppi a correre il rischio di prendere il maggior numero di cantonate, perché per esempio a il primo gruppo (che è il più simile) non ha fretta, si costruisce la sua trasformazione un passo alla volta, noi ci facciamo prendere dal fuoco sacro della rivoluzione e partiamo come razzi.
Arriviamo così al gruppo più gremito, quello che pensa di stare bene così, che si ripete che “va tutto bene”.
Come ti dicevo all’inizio ci sono stata anche io per tantissimo tempo, il mio trantran “casa/lavoro/sport/pulizie” mi sembrava ottimo, la verità però era che non avevo capito che stavo morendo dentro, tanto che se fosse arrivata la fata madrina con la bacchetta magica e mi avesse detto “Ti cambio tutto in meglio” avrei gioito, senza neanche sapere come sarebbero cambiate le cose: quindi sì ero insoddisfatta della mia condizione professionale ma non sapevo di desiderare di migliorarla.
Per fortuna, e non purtroppo, è arrivato uno tsunami nella mia vita che mi ha permesso di desiderare quello che non sapevo. Avrei preferito arrivarci senza tutta quella sofferenza, fatica e delusione?
Non lo so, con il famoso senno di poi, forse opterei per il no perché non sarei andata incontro al nuovo e mi sarei limitata a scappare dal vecchio.
E tu in quale gruppo ti senti?
Se sei nel gruppo uno, ti abbraccio e ti dico non mollare il tuo modo di affrontare la vita sarà la tua fortuna, certo alcuni giorni ti maledirai ma in generale avrai più soddisfazioni che delusioni.
Amiche del gruppo 2, scrivetemi e spiegatemi come si fa con tutti i dettagli del mondo perché sono un po’ lenta a comprendere e soprattutto: grande stima per voi.
Gruppo 3, mi permetto di dirvi: fate le cose con calma, ragionate e se non sapete dove sbattere la testa ricordatevi che posso darvi una mano con la consulenza strategica gratuita.
Infine chi sta nell’ultimo gruppo, per voi ho solo una domanda: se arrivasse la fata madrina accettereste ad occhi chiusi la sua proposta? In base alla risposta, saprete cosa sarà meglio per il vostro futuro.